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  • Immagine del redattoreDonatella Bollani

Trend: addio alla scrittura e alla comunicazione come le abbiamo conosciute

Aggiornamento: 28 ott 2022

Web dei dati, semantic web e linked data: cosa influenzerà la comunicazione? Sicuramente

rapporto sempre più stretto con l’intelligenza artificiale. Ce lo confermano le app come GPT-2, creata da OpenAI di Elon Musk per la scrittura autonoma di testi o Hi Writers anch’essa di supporto alla costruzione di contenuti.

È finita l’editoria come la conoscevamo e sicuramente anche la comunicazione sta per fare un ulteriore grande passaggio. Ne ho parlato con Francesco Tissoni, Docente di Editoria multimediale e teorie e tecniche della comunicazione web all'Università degli Studi di Milano e alla 24Ore Business School. Tissoni ha da qualche giorno pubblicato un libro molto utile per chi fa il nostro mestiere: “Il web dei dati fra intelligenza artificiale e semantica”, edito da Unicopli.

In questo scenario non bisogna dimenticare strumenti e canali che stanno diventando attrattivi anche per la comunicazione B2B: Influencer marketing, TikTok, vendite online, social audio, live shopping… in questa puntata del mio podcast NIUNIUNIU non mi sono fatta mancare nulla.




Apriamo con una breve intervista a Francesco Tissoni, Docente di Editoria multimediale e teorie e tecniche della comunicazione web all'Università degli Studi di Milano e alla 24Ore Business School. Da qualche giorno è uscito in libreria e sulle piattaforme di shopping online il suo ultimo volume “Il web dei dati fra intelligenza artificiale e semantica”, edito da Unicopli.



Oggetto del volume è il web dei dati, inteso come il contesto nel quale oggi operano sia gli editori multimediali sia i comunicatori digitali: il web dei dati viene considerato sia dal punto di vista, ormai classico, del semantic web, con particolare attenzione al fenomeno dei Linked Data, sia dal punto di vista, assai più innovativo, dell'Intelligenza artificiale, di cui sono valutate in primis le applicazioni più utili per il comunicatore e l'editore digitale.


Social media trend


Secondo l’analisi di Talkwalker, piattaforma per l'analisi e il monitoraggio dei social media e la consumer intelligence, nel 2022 saranno le community a prendere il controllo: i brand dovranno adattarsi ad abitudini, desideri e persino bisogni dei propri target di riferimento e a come questi li esprimono in Rete.


A fare eco all’azienda è Hootsuite, uno strumento di gestione dei social media, un servizio che collega molti social account per gestirli online in maniera centralizzata. Hootsuite definisce sempre più importante coinvolgere le community digitali nello sviluppo della brand strategy: chi lo farà ne guadagnerà soprattutto in capitale culturale. Ascoltare la voce delle community sarebbe impossibile, però, senza investire nel social listening e senza affidarsi agli influencer: non a caso due dei social media trend 2022 che più mettono d’accordo gli esperti.

Quanto agli investimenti in campagne di influencer marketing, ancora secondo Hootsuite, questi sarebbero il modo più sicuro per penetrare le community digitali a cui più si è interessati. Non a caso, già nel 2021 più di un brand su due aveva all’attivo collaborazioni con gli influencer ed è un rapporto destinato a crescere nei mesi a venire.


La tendenza più facile da rintracciare è la preferenza accordata da aziende e investitori verso quei creator professionisti che possono garantire contenuti di ottima qualità e sempre originali. Non poche aziende, però, potrebbero optare nel futuro più prossimo per il coinvolgimento anche di influencer interni” come dipendenti, collaboratori, manager in un’operazione di employee advocacy. Soprattutto nell’ultimo caso di fondamentale importanza sarà stilare delle policy interne sull’uso dei social media che ne rendano davvero proficuo e costruttivo l’apporto alla costruzione social del rapporto di marca.


Trend influencer marketing


Territory Influence (TRND), azienda che si occupa di influencer marketing ha prodotto uno speciale rapporto di Insights basato su un vasto campione scelto tra 10 Paesi europei.

E ha evidenziato queste 5 macro-aree come particolarmente rilevanti per il mercato del settore:

  • Piattaforme e formati emergenti nei social media: il 75% del campione afferma di fruire contenuti in formato video-short più volte a settimana;

  • Trasparenza pubblicitaria: il 71% non crede che l’affidabilità di un influencer sia direttamente connessa con il suo numero di followers, perché chiunque può ottenerli;

  • Live events e Social Commerce: il 63% tende ad acquistare prodotti raccomandati e recensiti da influencer, specialmente quando combinano eventi live&post;

  • Collaborazioni che migliorano il mondo: il 76% pensa che gli influencer possano aiutare i brand a compiere azioni necessarie e condurre i loro follower al cambiamento;

  • Realtà virtuale e metaverso: il 44% si immagina nel metaverso, soprattutto se un/una influencer è connesso/a (più di 1 su 3).


Influencer ovvero autori


La scelta dell’influencer e del content creator sarà cruciale per il successo di una campagna. Non è un caso che Twitter abbia iniziato a pensare a un pagamento per il contributo e che anche il Gruppo Meta, quello a cui fa capo Mark Zuckerberg, stia lavorando a un nuovo piano per permettere la fruizione di contenuti privati, esclusivi e a pagamento creati proprio dai content creator migliori operativi sulle varie piattaforme.


Lo shopping ora è live


Vendere sui social è un’opzione che conviene alle piccole imprese che possono allargare così anche geograficamente il proprio mercato di riferimento; conviene, però, anche alle imprese più grandi che hanno modo di sperimentare e svecchiare la customer experience.

Questa attività è molto diffusa in Cina e negli Stati Uniti ma si sta rapidamente espandendo anche in Europa. Il ruolo di influencer e creatore è cruciale, sono, infatti, proprio loro a organizzare e lanciare la diretta oppure partecipano al live organizzato dal brand. La loro presenza è comunque importante per il successo dell’evento.


La maggior parte delle piattaforme ha introdotto feature ad hoc per gli acquisti sui social e molte nuove impostazioni, anche per i pagamenti digitali in sicurezza, per esempio, potranno arrivare nei prossimi mesi. La “next big thing” nel social commerce sarà però lo shop streaming o live shopping, ossia la possibilità di acquistare durante le dirette sui social.


L'AI e le campagne di influencer marketing

Le nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale e la Realtà Aumentata sono ormai strettamente legate anche alle attività di influencer marketing. E lo saranno sempre di più anche in futuro. I brand stanno studiando nuove modalità per far interagire influencer e utenti proprio grazie a queste tecnologie innovative. Già dal 2022 potremo vedere l’applicazione di tali soluzioni, di cui ancora si hanno pochissimi test ed esempi pratici.


Video sempre più lunghi


Le novità in questo ambito sono già tante: addirittura TikTok rende disponibili clip da tre minuti, dove i creator possono intrattenere gli utenti più a lungo rispetto a prima e fare degli approfondimenti oppure chiacchierare con i propri follower. Anche negli aggiornamenti di Instagram si va verso le Storie che possono durare fino a 1 minuto, così come i Reels. I brand potranno quindi studiare dei video promozionali più lunghi, che offriranno quindi maggiori opportunità di vendita e visibilità.


I valori dei brand


Se, con l’avvento del web, i consumatori hanno badato molto alle offerte, ai prezzi e al servizio, ora sono alla ricerca di brand affidabili, sostenibili e inclusivi. I valori e l’identità di un marchio sono fattori cruciali e possono determinare le scelte d’acquisto di un utente. In questo ambito, gli influencer dovranno scegliere molto bene le aziende con cui collaborare perchè una decisione sbagliata potrebbe addirittura rovinare la loro web reputation.


Come aziende e content creator organizzeranno i propri piani e calendari editoriali per riuscire a parlare anche sui social di CSR apre una questione centrale nelle social media strategy del futuro, ossia come riuscire a creare contenuti coinvolgenti.


Aumentano i canali


Negli ultimi anni il modo degli utenti social di interagire con i contenuti è radicalmente cambiato e chi investe oggi non può non tenerne conto. Come specifica Talkwalker c’entra sia il fatto che le diete mediatiche si sono fatte sempre più omnicanale, sia come la pandemia ha cambiato le abitudini digitali.


Verso il social audio


Con ogni probabilità il “diktat” sarà più formati, più di qualità: difficilmente potrebbe essere diversamente considerato che il primo social media trend 2022 sarà il proliferare delle piattaforme. Basti pensare che sulla scia del successo di Clubhouse, delle Facebook Live Audio Room, dei Twitter Spaces potrebbero aumentare nei mesi prossimi gli investimenti in social audio. Per aziende e marketer sarà sicuramente una prova di creatività, ma per la novità e la particolarità del mezzo sarà indispensabile soprattutto trovare il giusto tone of voice e saper dare al proprio brand una voce riconoscibile.


Short video e TikTok


Secondo le previsioni di InfluencerMarketingHub oltre l’80% dei contenuti social continuerà anche il prossimo anno a essere video. Il modello a cui guardare sarà inevitabilmente TikTok: con il suo miliardo di utenti attivi su base mensile da poco raggiunti [1] e con tassi di engagement considerevolmente più alti delle altre piattaforme le ultime, secondo Talkwalker, non potranno che adattarsi. In parte lo hanno già fatto, tanto che gli short video sono ormai largamente sdoganati anche fuori da TikTok.


Short video TikTok per B2B


Creatività e libera espressione: una delle caratteristiche distintive della Generazione Z

La Gen Z alimenta una crescita di prodotti personalizzati e brand sempre più personali: TikTok diventa il terreno fertile per eccellenza in cui dare voce ad una nuova espressività individuale attraverso i contenuti ampiamente diversificati e un algoritmo che offre selezioni personalizzate.

La richiesta di una maggiore espressività evidenzia un’altra differenza rispetto alle generazioni precedenti: se i Millennials preferiscono “consumare contenuti”, la Generazione Z predilige creare contenuti.


"Offrire” è la leva strategica che dovrebbe guidare tanto le strategie dei creators quanto quelle dei brand B2B che si affacciano su TikTok: l’algoritmo della piattaforma consente a chiunque di diventare virale, cerca regolarmente nuove clip invece di promuovere solo clip già popolari o clip da account molto seguiti.

Tutto ciò significa che su TikTok, un nuovo account può avere lo stesso successo di un profilo ben posizionato: se un post inizia a raccogliere alti tassi di coinvolgimento, può diventare rapidamente virale. Da questo punto di vista, in realtà la piattaforma sfrutta una logica non nuova e che ha già contribuito al successo di YouTube e Vine, il potenziale per diventare virale.


Inoltre, la viralità non solo è stimolata nella piattaforma ma anche all’esterno: la fama crescente di TikTok è alimentata da una promozione multipiattaforma. Gli utenti trovano e condividono video popolari su Twitter e Instagram: un processo che non solo aumenta la popolarità dei creators di TikTok, ma aiuta anche le tendenze di TikTok a migrare su altre piattaforme contaminandole e re-indirizzare nuovi utenti all'app.

Comunicazione emotiva


La comunicazione B2B è spesso rivolta ad un’offerta di prodotti e servizi tecnici con molti aneddoti e plus specifici ma poco emozionali, insomma i contenuti non sempre solleticano le corde del cuore del pubblico. TikTok può essere il canale strategico in cui sperimentare una comunicazione differente. Secondo una ricerca condotta da LinkedIn, le strategie di marketing B2B che attingono alle emozioni del pubblico generano effetti di business 7 volte più grandi rispetto a quelle che si relazionano al loro lato più razionale.


Non poteva mancare il metaverso


Secondo la recente ricerca svolta da Territory Influence, il metaverso sarà l’anello di congiunzione tra influencer e nuove generazioni di pubblico.

I brand si troveranno davanti a un bivio: creare i loro alter ego digitali oppure associarsi agli influencer che già popolano il Metaverso. E poter così contare su una discreta fan base al loro seguito.


Il Metaverso sarà il nuovo marketplace?

Vi rimando ad un altro mio podcast nel quale ne parlo e anche di intelligenza conversazionale che cambierà/sta cambiando il nostro modo di acquistare.

Ascolta al link:



Aspettando il Salone e Fuorisalone continuate a seguirmi… Per le anteprime e non solo!

Vi terrò aggiornati attraverso il mio podcast e sul blog labollani.it


A presto da #LaBollani

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