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Immagine del redattoreDonatella Bollani

Trend: B2B, cambia la comunicazione

Aggiornamento: 28 ott 2022

Focus sull’innovazione e su come si sono modificate le strategie di comunicazione del B2B. Ne parlo con Luca Barbieri, co-fondatore di BLUM e che ha di recente pubblicato il libro “Comunicare Innovazione e Impresa”. I dati di scenario li ha forniti la ricerca ‘Comunicazione e aziende B2B: istanze, visioni, opportunità’ realizzata da Sec Newgate e da Cernuto Pizzigoni & Partners su un campione di 100 aziende che operano nell’industria (52%) e nei servizi (48%), distribuite in 8 regioni e 23 province italiane. E dulcis in fundo il DOOH; la comunicazione digitale, anche in 3D, conquista le nostre città ed è destinata a crescere.




Apriamo con l’intervista a Luca Barbieri, co-fondatore dell’agenzia BLUM che ha da poco pubblicato il volume Comunicare Innovazione e Impresa, edito da Ayros, Con Luca abbiamo parlato di come siano cambiate le strategie delle aziende e con quali modalità oggi si debba parlare di innovazione.


Con la pandemia le imprese B2B hanno aumentato gli investimenti in comunicazione

Nel 2021 quasi un’azienda B2B su due (47%) ha aumentato i propri investimenti in comunicazione e il 25% li ha mantenuti costanti nonostante il difficile periodo pandemico, e 8 intervistati su 10 prevedono anche un cambio di prospettiva e di strumenti puntando di più su comunicazione interna e public affairs. È quanto emerge dalla ricerca ‘Comunicazione e aziende B2B: istanze, visioni opportunità’ realizzata da Sec Newgate e da Cernuto Pizzigoni & Partners su 100 aziende B2B che operano nell’industria (52%) e nei servizi (48%), distribuite in 8 regioni e 23 province.


Naviga la ricerca


“Il nostro Paese deve una parte significativa del suo PIL e del suo export ad aziende, studi e consulenti “B2B”, dentro filiere sempre più complesse che arrivano poi fino a incrociare il B2C”, ha dichiarato Paola Ambrosino, amministratore delegato di Sec Newgate Italia in occasione della presentazione dei dati della survey. “La loro comunicazione non conosce la stessa visibilità diffusa, ma non per questo è meno rilevante, anzi, in questi ultimi anni mostra una vivacità sorprendente che ha contribuito non poco alla crescita del mercato della comunicazione anche in questi anni di pandemia”, spiega ancora.

“La ricerca – aggiunge Barbara Arioli, founding partner di Cernuto Pizzigoni & Partners – conferma un trend di cui avevamo già i segnali, accelerati dal periodo pandemico, ovvero un approccio più ampio alla comunicazione, orientato non solo alla dimensione commerciale, ma anche relazionale e reputazionale. Da qui l’importanza all’ascolto, a ogni livello e l’attenzione verso tutti i portatori d’interesse dell’azienda che torna a valorizzare la relazione umana su quella digitale”.


Il 55% del campione ha oltre 250 dipendenti e il 46% un fatturato superiore a 150 milioni di euro. Sono stati intervistati responsabili del marketing e/o della comunicazione ma anche amministratori delegati e direttori generali. L’82% si rivolge ad agenzie esterne e freelance per svolgere le sue attività comunicazione.

La presenza a fiere ed eventi costituisce ancora il principale canale per farsi conoscere (35%), seguita dal networking diretto (19%), dal sito web (18%), dai social network (17%) e dalle media relations (11%), confermando la centralità della relazione personale, che resta la prima e più importante modalità di contatto (66% delle risposte).

Tra le priorità individuate dalle aziende b2b nella comunicazione troviamo sul podio, in ordine, i social network, le pubbliche relazioni e l’ADV on line (il 60% degli intervistati ha dato un voto tra 7 e 10). Al quarto posto ci sono anche le azioni di “lobbying e public affairs” anche se solo il 33% vi ricorre in maniera strutturata e professionale. Meno attenzione viene riservata all’advertising (6.5) e alle sponsorizzazioni (5.4). Tutte le aziende intervistate hanno un sito web, il 96% un profilo Linkedin, il 70% un profilo Facebook e un canale Youtube che è prevalentemente un “deposito” di video aziendali, nonché utilizza lo strumento della newsletter. Meno diffusi il canale Instagram (59%), il blog aziendale (42%) o il profilo Twitter (41%).


Il mercato pubblicitario in netta ripresa: +13,5% nel 2021

Secondo i dati Nielsen, quello appena passato è stato un anno di recupero


Relativamente alle entrate pubblicitarie dei singoli mezzi nel 2021 i media sono cresciuti rispettivamente del:

+14,4% la Tv

+10,4% la radio

+4,3% i quotidiani

+3,6% i periodici

+15,1% la raccolta dell'intero universo del web

+6% le campagne di marketing via mail dirette al consumatore


In positivo anche l'andamento del settore della pubblicità Out of Home (letteralmente, fuori di casa):

+28,6% la pubblicità per strada (outdoor)

+11% quella sui mezzi di trasporto (transit)

+10,9% per la pubblicità sugli schermi in luoghi pubblici, quali stazioni o bus (Go Tv)


Analizzando i comparti con una maggiore quota di mercato, nel periodo gennaio/dicembre 2021, si evidenziano:

+32,8% il settore della Distribuzione

+31,7% Media/Editoria

+26,3% Bevande/Alcolici

+21,5% Cura della persona


Secondo i dati di Marketing Insights Report, nel 2017 il DOOH valeva 13 miliardi di dollari con una crescita che potenzialmente farà crescere questo mercato a 34 miliardi entro il 2025.


Le forme principali di pubblicità out-of-home, che ora è anche 3D

Se dobbiamo individuare delle categorie per l’ADV Out of Home ne possiamo identificare tre:


  • La cartellonistica, in tutti i suoi formati e per tutte le sue destinazioni. Al contrario di come si potrebbe pensare, si tratta di un format pubblicitario ancora molto utilizzato, considerato che rappresenta il 66% dell’investimento in OOH almeno in America;

  • L’arredo urbano: ossia panchine, contenitori per la raccolta dei rifiuti, stazioni polifunzionali per la ricarica degli smartphone ecc.;

  • La cosiddetta transit adv e, cioè, tutta quella pubblicità collocata su mezzi in movimento come tram, autobus, taxi, a cui vanno aggiunti anche i messaggi pubblicitari che si trovano sempre più di frequente ormai anche nelle stazioni o negli aeroporti. Senza contare forme ibride, come quella del mobile billboard, che unisce le caratteristiche di un tradizionale cartellone pubblicitario al movimento tipico della transit advertising e lo fa, molto più semplicemente di quanto l’espressione potrebbe far intendere, sfruttando anche mezzi di trasporto privati come macchine, moto o bici.

L’integrazione con il mobile promette di rendere più vantaggioso l’investimento in out-of-home: non solo perché i marketer hanno a disposizione una maggiore quantità di dati sulla base dei quali costruire le campagne, ma anche e soprattutto perché gli insight confermano che un consumatore su due è più predisposto a cliccare su un banner o qualsiasi altra forma di display advertising dopo aver visto la cartellonistica e altre tipologie di OOH. Anche quella del proximity marketing potrebbe essere una prospettiva interessate per l’out-of-home.


“La nuova era della pubblicità”, Mila Fiordalisi su Pantografo magazine

Fra le prime agenzie in Italia a sfruttare il Dooh c’è Youthquake con sede a Milano e Londra che vanta all’attivo già una serie di “spot” di nuovissima generazione. In campo anche Connexia, da poco confluita nel Gruppo Retex che ha firmato la campagna di Buddybank, la banca di Unicredit, andata in scena a Milano durante il periodo delle festività natalizie. Protagonista un quokka cartoon che si “dondolava” su montagne russe lanciandosi su pensiline e facciate.

In crescita le aziende che hanno deciso di utilizzare il Dooh per campagne promozionali: la casa di moda Balenciaga e Fortnite hanno dato vita ad una serie di cartelloni immersivi installati in scena a Londra, New York, Tokyo e Seoul. Amazon ha scelto Amplify per promuovere la serie fantasy di Prime Video The Wheel of Time. E anche Deliveroo ha deciso di darsi alla pubblicità 3D per promuovere il proprio servizio di consegna con panini giganti proiettati a Piccadilly Circus.


Clear Channel

Questa tecnologia innovativa consente di superare la bidimensionalità dello schermo digitale ricreando un’esperienza unica. Il 3D si basa infatti su un’illusione ottica già nota al mondo dell’arte: l’anamorfismo che sfrutta gli stessi principi del trompe l’oeil per realizzare immagini che restituiscono un effetto di tridimensionalità. Grazie ad una ricostruzione prospettica applicata a video sviluppati in animazione 3D, si ottiene un’impressione di profondità scenica che abbatte la terza parete degli schermi 2D


Urban Vision ha lanciato, per la prima volta nelle città di Roma e Milano, una campagna video 3D sui propri maxi schermi di Campo de’Fiori e di Alzaia Naviglio Grande 26.


Protagonista dello story-telling in 3D è stata un’auto avveniristica – richiamo alla mitica DeLorean del film “Ritorno al Futuro” – che viaggia in un mondo futuribile, espressione della mission di Urban Vision intenta ad esplorare scenari inediti e vincere le sfide del “Next Normal”.


Molti sono i casi di DOOH in 3D


Torneremo presto sui trend della comunicazione e sui canali social che stanno entrando nelle strategie B2B innovando format e modalità di racconto. Prestando attenzione all’influencer marketing, sempre più pervasivo tra le giovani generazioni.


Continuate a seguirmi attraverso il mio podcast NIUNIUNIU e sul blog labollani.it


A presto da #LaBollani

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