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Immagine del redattoreDonatella Bollani

Outdoor: un settore dal quale apprendere un nuovo modo di vivere e di imparare

Aggiornamento: 28 ott 2022

Ospite della puntata Ilaria Marelli, nota architetto e designer, che ha lavorato per alcuni brand dell’outdoor e che per gli spazi della produzione di Electrolux ha ripensato la mensa in chiave “en plein air”. Soluzione dettata dall’emergenza che l’azienda sta replicando facendo anche entrare il verde negli spazi condivisi della produzione. È sempre più pervasiva la voglia di stare in costante contatto con la natura facendola diventare anche strumento di educazione. Alla ripartenza dell’anno scolastico, a Milano, è nata la prima scuola dell’infanzia completamente Outdoor. E proprio sulle giovani generazioni, e i giovani professionisti, bisogna lavorare per formare gli evangelisti della transizione energetica. Lo dice l’Ocse che in occasione dei test Pisa sulle competenze in lettura, matematica e scienze degli alunni di seconda superiore conferma che quattro quindicenni su cinque si informano riguardo i fenomeni del basso impatto ambientale e del risparmio energetico. Ma quando si passa dalla teoria alla pratica, chiedendo loro quali scelte si possa fare per tutelare l’ambiente o contenere i consumi, non hanno riferimenti e una proposta formativa che possa accompagnare anche una possibile propensione a formarsi su questi temi.




L’intervista in apertura di puntata è con Ilaria Marelli, nota architetto e designer, che ha lavorato per alcuni brand dell’outdoor e che sta lanciando un nuovo progetto ad Orticolario, manifestazione che si svolge a Villa Erba a Cernobbio sino al 2 ottobre https://eng.orticolario.it/scintille-di-fiaba-by-ilaria-marelli-for-steeles/


Case history


La prima scuola dell’infanzia 100% outdoor

Nasce a Milano "VarieVie immersa nella natura", una scuola speciale per l'infanzia: non una scuola nel verde, ma un progetto in cui è proprio la natura a fare da scuola a una classe di quindici bambini, dai due anni e mezzo ai sei, stimolandoli a sperimentare le infinite vie dell'apprendimento all'aperto, immersi nell'ambiente, tutto l'anno.

Il progetto "VarieVie immersa nella natura", il primo e unico nel suo genere in Italia, apre da metà settembre a Milano presso Cascina Campazzo, nel Parco del Ticinello, per opera di "La Dea cooperativa sociale", associazione che dal 2004 si occupa di servizi all'infanzia e alla famiglia - con particolare riferimento alla fascia da 0 a 10 e dal 2014 è attiva nel Municipio 5 con il centro VarieVie che ospita un asilo nido e un hub di progetti laboratoriali. Nel 2021 grazie a un bando nell'ambito del progetto SEMiNA, si è aggiudicata, insieme ad altre realtà non profit, la gestione dell'area didattica all'interno del Parco agricolo urbano del Ticinello.

Alternativa alle tradizionali scuole d'infanzia, la scuola propone un modello educativo nato in Danimarca negli anni '50 e, forte dei risultati, adottato in molti paesi europei: Svizzera, Austria e Regno Unito. Basato sulla naturalezza, sulla familiarità, sulla fisicità, lascia liberi i bambini di scoprire cosa li circonda, e prevede che tutte le attività vengano svolte all'aperto, per tutta la durata dell'anno scolastico, dall'autunno sino alla fine della scuola. È un modello educativo che desidera porre i bambini nello spazio ideale per i loro pensieri e per il loro corpo: lo spazio della natura, dove nasce, e sempre ritorna, l'istinto ancestrale di ogni cosa. La composizione del corpo docente rispecchia questa impostazione ed è formato da una pedagogista e un'educatrice, entrambe con formazione outdoor – affiancate nel corso dell'anno da biologi, agronomi, esperti naturalisti, scienziati, arte terapisti, farmacisti, attori teatrali operatori sociali, ortisti e bibliotecari.


La rete Scuole all’Aperto, lo spazio come terzo educatore Scuole all’aperto, una rete che condivide esperienze e sperimentazioni.

Nasce a Bologna nel 2016 e oggi conta più di 100 scuole dalla Valle d'Aosta alla Sicilia: è la Rete delle scuole che praticano la didattica all'aperto. Ne fa parte anche l'Istituto Giacosa di Milano che ha ospitato il Convegno nazionale della Rete. Un'occasione per parlare anche dell'esperienza di Milano, condividendo l'importanza dello spazio quale "terzo educatore" e dello spazio all'aperto in particolare.

Le comunità scolastiche hanno alle spalle due anni di grande fatica, e condividere riflessioni pedagogiche dopo questo lungo periodo di didattica prevalentemente a distanza e digitale è certamente una necessità.

Per maggiori informazioni


Case history


Trekking a scuola alla scoperta del proprio territorio e della sua tutela, in Liguria arriva il trekking a scuola: i ragazzi chiedono attività outdoor

Dopo i mesi di pandemia molti ragazzi hanno manifestato la volontà di organizzare attività didattiche all’aria aperta, l’outdoor è diventato così una vera e propria necessità. I programmi formativi della scuola genovese si sono adeguati inserendo il trekking tra le attività ludiche e formative proposte dalla scuola. Si chiama “Vivere il verde” il progetto lanciato dall’istituto San Giovanni Battista di Genova Sestri Ponente che porterà i ragazzi delle classi alla scoperta del territorio circostante, armati di scarpe da trekking e zaino.

Il progetto ha l’obiettivo di portare i ragazzi a contatto con la natura, facendo loro vivere un’esperienza di gruppo nel verde. I benefici di questa iniziativa sono molteplici: è un modo per rafforzare il legame tra gli studenti, per migliorare il loro benessere fisico e mentale, per far conoscere il territorio e renderli più sensibili alle tematiche ambientali.


Dati


OCSE: studenti italiani attenti all’ambente ma non ai comportamenti sostenibili

Il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale sono ormai temi più che conosciuti. Giovani di tutto il mondo si sono fatti ambasciatori del problema con l’obiettivo di smuovere animi e comportamenti di politici e nazioni.

Ma secondo un’analisi dell’Ocse, le ragazze e i ragazzi italiani sono tra i meno attenti quando si tratta di attuare quotidianamente politiche di risparmio energetico.

Luci accese in stanze lasciate vuote, acqua calda per docce smisurate e così via, sono solo alcuni esempi dei comportamenti poco accorti che vengono tenuti dai nostri ragazzi.

I dati raccolti dall’Ocse in occasione dei test Pisa sulle competenze in lettura, matematica e scienze ad alunni di seconda superiore raccontano di adolescenti interessati: quattro quindicenni su cinque si informano riguardo il fenomeno.

Ma quando si passa dalla teoria alla pratica, chiedendo loro quali scelte si possano fare per tutelare l’ambiente o contenere i consumi, non hanno riferimenti.


ll Programma PISA – Programme for International Student Assessment – è un’indagine internazionale promossa dall’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economicoche con periodicità triennale misura le competenze degli studenti quindicenni dei Paesi aderenti.


Tra gli studenti meno attivi spiccano gli italiani, che risultano poco supportati nell’affrontare questi temi sia dalla formazione scolastica che dalle famiglie: quattro su dieci affermano di non fare nulla per limitare il consumo di energia in casa. I quindicenni italiani si sono classificati terzultimi al mondo in materia di risparmio energetico, lasciando indietro solo i coetanei lettoni e bulgari.


Per coinvolgere i giovani servono due fattori abilitanti: l’esempio dei più grandi e la conoscenza del tema. E sono proprio questi i due grandi problemi rilevati da uno studio curato per l’Ocse da Francesca Borgonovi e Ottavia Bussino.

Prima di ogni cosa, sostengono gli esperti del settore, è necessario porre rimedio all’assenza di modelli di comportamenti virtuosi in famiglia e, successivamente, inserire nei curricula materie specificatamente inerenti all’ambiente e al nostro rapporto con esso.


Design


Landscape Festival a Bergamo

La XII edizione del Landscape Festival - I Maestri del Paesaggio, organizzata da Arketipos e dal Comune di Bergamo, è stata in programma a Bergamo dal 8-25 settembre 2022. A firmare quest’anno il progetto protagonista della Green Square, la Piazza Vecchia di Bergamo, è stata una selezione di studenti dell’Università tedesca di scienze applicate di Weihenstephan-Triesdorf insieme al progettista e plant designer di fama internazionale Cassian Schmidt.

https://www.imaestridelpaesaggio.it Per la prima volta, per il progetto principale del Landscape Festival, è stata infatti coinvolta una Facoltà riconosciuta a livello globale, con un orientamento prettamente green, innovativo e pratico, in grado di proporre corsi orientati verso tematiche legate alla natura e all’ambiente, spaziando dall’ambito scientifico a quello artistico, dall'high-tech alla Land Art. Alla fine di un percorso durato cinque mesi (da febbraio a giugno 2022), una giuria, composta da membri di Arketipos, due docenti dell’Università di Weihenstephan e il landscaper e urban designer Stephan Tischer, ha selezionato il gruppo autore del progetto Forgotten Landscape. Il progetto nel cuore della Città Alta di Bergamo è stato realizzato da Cassian Smith, che che ha guidato in particolare la fase di planting, e dai quattro studenti vincitori dell’Università di Weihenstephan: Aurelia Ibach, Verena Hurler, Fabiola Leonett von Wachter e Simon Schwarz. Nella Piazza Verde di quest’anno sono stati messi in contrasto i paesaggi culturali e ben ordinati delle piantagioni di alberi con gli originali paesaggi selvaggi e non ordinati dei boschi ripariali, dei boschetti di salici e della maggior parte dei prati, ricchi di rari fiori selvatici. Ad aprire il Festival è stata la Lectio Magistralis di Cassian Schmidt (8 settembre), mentre il 23 settembre, al Teatro Sociale di Bergamo, si è tenuto lInternational Meeting of Landscape and Garden, che tradizionalmente riunisce in una giornata di incontri i più noti esponenti del landscaping del mondo. Architetti, paesaggisti, garden designer, botanici e plant designer, raccontano ciascuno la propria esperienza e filosofia progettuale.

Modelli di business


Un brand dell’outdoor si da una struttura di business non convenzionale

Rivoluzione all'insegna della filantropia per Patagonia, brand iconico dell'outdoor. L'83enne proprietario, noto alpinista americano Yvon Chouinard, e la sua famiglia hanno ceduto la società trasferendo le loro azioni, valutate circa 3 miliardi di dollari, a un fondo ad hoc e a un'organizzazione no-profit: entrambe sono state create per preservare l'indipendenza della compagnia e garantire che tutti i suoi profitti - circa 100 milioni l'anno - siano usati per combattere il cambiamento climatico e proteggere le terre non sviluppate nel mondo.

Forse anche i marchi e le loro scelte possono svolgere in parte un'azione educativa nei confronti delle generazioni più giovani.


Continuate a seguirmi, nei prossimi podcast tornerò sul tema del lavoro e degli spazi che lo accolgono e, nel podcast dedicato ai Trend, del nuovo assetto europeo e italiano di norme e prassi che cambieranno il nostro modo di misurare la sostenibilità delle nostre azioni e della progettazione.


Potrete trovare i podcast e gli approfondimenti, come sempre, al mio blog labollani.it


A presto da #LaBollani

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