Il benessere è un tema centrale, elemento strategico per il coinvolgimento di collaboratori e dipendenti, obiettivo delle politiche sociali in molti paesi. In tanti lo studiano, qualcuno lo certifica e c’è anche ci gioca.
“In un periodo di piena pandemia, quando la situazione sembrava essere fuori controllo, il bisogno di mantenere il proprio benessere è diventato così forte da decretare le nostre scelte e i nostri acquisti“.
Stefania Fregosi.
Healthcare custom leader di Ipsos.
Megatrend/benessere
In un momento di grande fragilità delle economie mondiali, da più parti si lavora su modelli che riescano a coniugare le tutele per le persone e il rispetto dell’ambiente. Gli obiettivi sono condivisi – tra questi il benessere – e applicati alle più diverse scale e nei settori apparentemente più distanti, dalla politica al design.
Per consentivi di ascoltare questo mio breve commento e di ritrovare tutte le informazioni delle quali vi parlo, e molto altro, potrete scaricare un Summary, che spero utile, dal mio blog www.labollani.it
Iniziamo a conoscere chi lavora per il wellbeing, e quante declinazioni possiede questo termine.
Great Place to Work® è una società di consulenza organizzativa in ambito HR, leader in Italia nello studio e analisi del clima aziendale.
Attraverso le loro ricerche survey rilevano le opinioni dei collaboratori aziendali riguardo all'ambiente di lavoro: misurando la people experience sono in grado di restituire al management risultati, analisi e report dettagliati, che uniti alla nostra consulenza specialistica, diventano strumenti fondamentali per il miglioramento della vostra azienda e motore di crescita per il business.
L'ultima ricerca di Great Place to Work® sulla creazione di una cultura di fiducia, salute e benessere, (2020) raccoglie dati da oltre 900 organizzazioni europee, per scoprire i principali insight sul benessere in azienda e ciò che serve per creare un ambiente di lavoro ottimale, che consenta a tutti i dipendenti di stare bene. Great Place to Work® ha chiesto alle aziende coinvolte di condividere le opinioni dei propri dirigenti in relazione ai problemi correlati allo stress e alle pratiche di benessere. I risultati rivelano che il 47% considera lo stress un problema fondamentale all’interno dell’azienda, mentre il 65% dei dirigenti dichiara che la salute e il benessere sono emersi come priorità strategica. I livelli di stress più elevati sono stati rilevati in Svizzera (72%), Austria (68%), Grecia (58%) e Germania (58%); i Paesi che attribuiscono maggiore priorità a salute e benessere sono Francia (84%), Svezia (82%) e Paesi Bassi (72%). In un’ottica più ampia, nell’ambito della strategia europea per il 2020, la salute e il benessere si sono rivelati un fattore fondamentale per la crescita, la competitività e lo sviluppo sostenibile. Un maggiore coinvolgimento e sforzi in questo senso da parte sia del governo sia del settore privato possono rendere il benessere accessibile a tutti.
Non tutti sanno che in Europa l’OCSE – l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico - misura il benessere e tutti i parametri che concorrono a farci vivere bene.
Per stabilire quanto stiamo bene non contano solo i dati relativi al PIL e le statistiche economiche dei vari Paesi. Questa è la convinzione dell’OCSE che ha costituito OECD Better Life Index.
L'Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico, fondata nel 1961, lavora per costruire politiche che migliorino il benessere dei cittadini. L’obiettivo è quello di dare forma a politiche che promuovano prosperità, uguaglianza e opportunità.
L'indicatore riguarda i 34 Paesi membri dell'Organizzazione, che raggruppa la maggior parte dei Paesi sviluppati, vari Paesi emergenti e due Paesi partner, Brasile e Russia. In futuro l'indice prenderà in considerazione quattro altri Paesi partner dell'OCSE: Cina, India, Indonesia e Sudafrica.
La felicità e il benessere si studiano a Yale
E se ne parla in un podcast… Ben più famoso del mio ;-)
Il corso all’Università di Yale, la terza per importanza negli Stati Uniti, si intitola “The Science of Well Being” ed è coordinato dalla professoressa Laurie Santos. L’obiettivo è quello di imparare a progettare la propria vita per aumentare la felicità e costruire abitudini più produttive. Evitando le finte credenze o le idee sbagliate che ci portano a mancare l’obiettivo impedendoci di costruirci una vita che ci fa stare bene. La stessa Santos al tema dedica un seguitissimo podcast, “The Happiness Lab” in cui guida gli ascoltatori attraverso le ultime ricerche scientifiche, condividendo storie ed esperienze che aiutano a pensare in modo nuovo al concetto di benessere e felicità.
Oltre al corso e al podcast, è stata creata una app per aiutare gli scienziati a capire cosa determina la felicità. “The Happiness Project” è l’application sviluppata da neuroscienziati dell’University College di Londra e della stessa Yale University, che hanno trasformato gli esperimenti di neuroscienza in giochi divertenti. Ogni volta che si gioca mediante la nuova App, si contribuisce all’esperimento scientifico per capire come funziona il cervello umano e a scrivere l’equazione della felicità.
Indoor generation, come misurare il benessere negli spazi?
Si stima che nei paesi occidentali la popolazione trascorra circa il 90% del tempo in ambienti chiusi (casa, ufficio, scuola… ). È quindi fondamentale intervenire sugli edifici in modo da garantire spazi salubri e confortevoli. Ed è proprio in questo contesto che si applica il protocollo Well.
Nel mondo delle certificazioni legate all’edilizia, il protocollo Well ricopre certamente un ruolo fondamentale. Negli ultimi anni, accanto alla necessità di avere edifici dalle elevate prestazioni energetiche ed ambientali i riflettori si sono accesi anche sulla necessità di garantire, agli utenti stessi, un elevato standard di benessere.
Il protocollo Well è stato ideato dall’International WELL Building Institute (IWBI), il cui presidente è ora Rick Fedrizzi (già artefice del Leed), ed è rilasciato dall’americana Green Business Certification Inc. (GBCI).
La certificazione Well si basa su una serie di parametri volti al benessere indoor a loro volta suddivisi in famiglie di requisiti. Il nuovo aggiornamento del protocollo, da V1 a V2, ha visto l’introduzione di tre nuove famiglie, dette Features (suono, materiali e comunità) portando così il loro numero da 7 a 10 ve li elenco:
Acqua, aria, luce, nutrimento, attività fisica, confort, benessere psicologico, confort acustico, sostenibilità dei materiali.
Da ultimo, ma non meno importante il parametro della Comunità. Questo parametro valuta l’accesso all’assistenza sanitaria essenziale, la promozione della salute sul luogo di lavoro e le agevolazioni per i neo genitori. Creare una comunità integrata sul luogo di lavoro può portare benefici alle persone.
Benessere e tecnologie
Non sono aggiornatissime, stiamo parlando del dicembre dello scorso anno, ma vi propongo le rilevazioni e statistiche che hanno fatto da introduzione e apertura – per voce della Healthcare custom leader di Ipsos Stefania Fregosi – al quinto degli appuntamenti con i Trends 2021, la rassegna organizzata da Wired Italia in collaborazione con Ipsos per esplorare le tendenze in corso e quelle che si stanno delineando per l’anno ormai alle porte.
“In un periodo di piena pandemia, quando la situazione sembrava essere fuori controllo, il bisogno di mantenere il proprio benessere è diventato così forte da decretare le nostre scelte e i nostri acquisti“, ha spiegato Fregosi. In questo contesto il medico è rimasta la figura di riferimento, con il 79% degli italiani che dichiarano di ascoltarne i consigli, anche se poi le persone vogliono avere un ruolo attivo nelle scelte che riguardano la promozione e il mantenimento della propria salute. “È un trend che riguarda tutte le generazioni, tranne i giovanissimi”, ha aggiunto Fregosi, indicando anche una nuova consapevolezza. “Oggi le soluzioni high tech possono aiutare nella promozione del benessere. In questo senso svolgono un ruolo importante le app che monitorano l’attività fisica, la dieta, i ritmi del sonno, l’ansia e lo stress”. E lo dimostrano i numeri; esistono oltre 10mila app al mondo che aiutano a mantenere il benessere, fisico e mentale.
Benessere e cura
Il primo avamposto della cura dopo il medico di base è la farmacia; come si trasformerà in futuro?
Oltre a fornire farmaci e consigli per salute e bellezza, la farmacia sta sempre più diventando un vero e proprio centro di prevenzione e hub di servizi, che se da un lato richiedono uno sforzo di adattamento e investimenti per la trasformazione, dall’altro presentano dei nuovi vantaggi.
Ricerca realizzata da Adkaora, agenzia di marketing.
Favorito dall’emergenza sanitaria, l’eCommerce è esploso nel 2020 e sappiamo che alcuni comportamenti d’acquisto non torneranno più come prima: rispetto al passato, una quota maggiore di utenti continuerà ad acquistare i farmaci online, anche tra quelli che non lo avevano mai fatto prima, mentre altri torneranno a frequentare i punti vendita fisici. Questo è il quadro che accumuna più settori e a distanza di mesi possiamo affermare che in futuro, i canali di vendita si contamineranno a vicenda, soprattutto nella fase di ricerca pre-acquisto, mantenendo le proprie peculiarità.
Ma questo boom dell’online non deve trarre in inganno circa il ruolo della farmacia fisica, che rimane il luogo in cui è unicamente permessa la vendita dei farmaci con ricetta e dove il cliente continuerà ad avere un rapporto umano con il farmacista. Nella maggior parte dei casi, questa figura è ritenuta autorevole per ricevere un consiglio e determinante nell’orientare nella scelta dei prodotti in base alle caratteristiche, quindi, è chiaro perché è nella farmacia fisica che spesso si provano nuovi prodotti o il valore dello scontrino risulta più alto. In ultimo, va ricordato che la farmacia fisica sarà interessata da un allargamento dell’offerta verso ulteriori servizi legati alla salute del cittadino.
Fonte dati: Ricerca AdKaora, La Farmacia del futuro, 2021
Stare bene in albergo, in spazi ripensati
Lo scorso anno, l’Ufficio Studi Gabetti, in collaborazione con Federalberghi e il patrocinio di ENIT (Agenzia nazionale per il turismo), Assoimmobiliare e Fondazione Università Cà Foscari, ha realizzato il report “L’hospitality del futuro: tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero in italia”.
La ricerca ci diceva molto di quanto poi abbiamo visto accadere.
L’albergo del futuro dovrà tendere a essere uno spazio liquido e poliedrico, capace di trasformarsi rinnovando contenuti e funzionalità per generare nuovo valore sociale ed economico. L’hotel non sarà più utilizzato solo per pernottare o per un meeting, ma anche come luogo in grado di offrire servizi innovativi e qualificati come:
• spazi e servizi per lo smart working; • spazi sociali ideali per rilassarsi o incontrare altre persone;
• zone per il relax psico-fisico; • spazi polifunzionali trasformabili per eventi; • bar e ristoranti con un’offerta variegata h24; • servizi per il tempo libero e per lo sport.
Di recente, un articolo di Silvia Cipelletti su Il Giornale dell’Architettura tornava sul tema degli spazi dell’ospotalità e sui cambiamenti in atto:
“(…) Sarà necessario progettare una maggior diversificazione dell’offerta, che permetta una pluralità di funzioni e una permeabilità della soglia tra lavoro e turismo. Un’opportunità, per le strutture alberghiere, di poter offrire al viaggiatore lavoratore uno spazio di homeworking migliore rispetto a quello della sua abitazione. Lo standard della camera d’albergo si evolverà verso una maggior flessibilità e disponibilità di spazi in risposta alle esigenze di lavoro, esercizio fisico e incontri in remoto. Il nuovo interior dell’ospitalità si svilupperà su criteri di decentralizzazione e caratterizzazione, allontanandosi da un’estetica di neutralità verso un’esaltazione della qualità dei rituali nella dimensione dell’ospitalità. La ricerca non si concentrerà più nel comfort dell’evasione ma nella sorpresa e nel ritrovamento di una domesticità differente. Questa visione si esprimerà in un’intimità aumentata, un’attenzione ai dettagli e alla qualità di materiali e superfici per la garanzia di benessere e igiene. Sarà fondamentale un ridisegno e ripensamento degli spazi filtro, in modo da abitare e valorizzare il potenziale delle aree intermedie e di passaggio attraverso gli arredi. Gli esterni non svolgeranno più una funzione accessoria ma essenziale per il contatto con l’ambiente circostante.”
Spazi per una ospitalità ibrida
Parte da Milano un nuovo concetto di ospitalità ibrido, che ai servizi tradizionali dell'hotellerie mescola nuovi trend in linea con i cambiamenti negli stili di vita, professionali e non.
21 Way of Living è un progetto imprenditoriale nato quattro anni fa da Alessandro e Mauro Benetton con due anime: immobiliare e gestionale.
Primo passo di una serie di aperture è stato lo scorso febbraio 21Wol Milano Centro https://www.21wol.it: 120 camere attrezzate sia per short che long stay, con spazi e cucine condivise, un co-working e un bistro entrambi aperti al quartiere e spazi per eventi.
Il Gruppo Accor ha lanciato il progetto Hotel Office, che permette ai clienti di prenotare una stanza in hotel in orario lavorativo offrendo anche un pacchetto di cinque giorni, con incluso accesso a bar, ristorante e sale benessere delle strutture.
Anche la catena DayBreakHotels.com ha integrato camere-ufficio, sale per riunioni e zone conference-call a tutti i suoi tipici servizi hotel come piscina, spa, bar e ristorante.
L’hotel Zoku nato ad Amsterdam nel 2016. offre 133 microloft arredati come veri e propri appartamenti, con zona ufficio, cucina, soggiorno, televisione e area pranzo: tutto il necessario per vivere e lavorare condensato nello spazio di una classica camera d’albergo – come un mix tra coworking e Airbnb. Il nome, di origine giapponese, significa famiglia, ma anche clan, tribù.
NH Hotel e molti altri
Superbonus o comunque Bonus per la rimessa in efficienza degli alberghi
Dopo il tentativo di estensione del superbonus 110% agli alberghi e alle attività ricettive, il ministro del Turismo Garavaglia ha annunciato una nuova misura da destinare al settore dell'accoglienza. Sarà istituito un bonus all’80%per la ristrutturazione e la riqualificazione delle strutture turistiche, sfruttando i fondi del Pnrr.
Il provvedimento, a cui stanno lavorando in sinergia il Ministero del Turismo e quello della Transazione Ecologica, metterà a disposizione circa 1,9 miliardi di euro per consentire ai proprietari di strutture ricettive di occuparsi del rilancio delle proprie attività. Attraverso questa misura, inoltre, oltre ad agevolare il settore turistico-ricettivo, si potrà lavorare sul raggiungimento di un importante obiettivo, ossia quello di migliorare l’efficienza energetica di questi immobili.
Varrà forse per arredi e illuminazione; si attende il suo probabile inserimento in Finanziaria.
C’è molto da dire sul tema dello stare bene, seguitemi nelle prossime puntate nelle quali intervisterò chi lavora quotidianamente ai temi dei quali abbiamo parlato.
A presto da #LaBollani
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