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Outdoor: si rimane fuori, anche senza stato di emergenza

Immagine del redattore: Donatella BollaniDonatella Bollani

Aggiornamento: 28 ott 2022

Dal 1° di aprile si torna alla “normalità”. I Comuni torneranno quindi a chiedere la tassa di occupazione del suolo pubblico seppure con forme agevolate. E si prevede, almeno a Milano, che l’80% dei locali confermeranno le aree esterne, concorrendo a disegnare una città molto diversa e che andrà anche regolamentata in modo differente. Dandole una nuova identità fatta anche degli elementi di arredo urbano, del verde pubblico, della ciclabilità e viabilità gestite in modo integrato.




Outdoor Generation

Progettare per l’Outdoor è sfidante: un comparto con dei vincoli tecnici molti stringenti e delle richieste di performance elevate. E, come molti settori del design, in rapida evoluzione. Ne abbiamo parlato con Marco Acerbis, architetto e designer che ha progettato sistemi di arredo e luci per esterno.


Dati


Il caso Milano, e non solo

Il primo aprile i locali dovranno tornare a pagare per i tavolini all'aperto allestiti durante la pandemia. Il 31 marzo, infatti, finirà lo stato d'emergenza e di conseguenza verranno meno anche le agevolazioni che fino ad ora hanno consentito a bar e ristoranti di non pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Palazzo Marino ha deciso che da aprile a dicembre 2022 i locali che chiederanno la trasformazione delle occupazioni di suolo da temporanee a permanenti potranno godere di uno sconto del 20%. Non una proroga totale della gratuità ma un aiuto. Si tratta di 2.500 locali. Secondo una previsione dei commercianti, l’80% di questi diventerà definitiva cambiando il volto delle nostre città, il modo di vivere, le strade e i quartieri ma anche la viabilità e la ciclabilità.


Normativa e manualistica

Occupazione suolo con strutture leggere, semirigide e dehor, ecco le istruzioni del Comune di Milano

Le concessioni per occupazioni di suolo pubblico con strutture leggere prontamente amovibili, strutture semirigide amovibili e dehor vengono rilasciate in via permanente.

Per le strutture leggere e semirigide si possono seguire le istruzioni al sito sopra indicato;

per i dehor il riferimento è al seguente link Occupazione di strade e marciapiedi con elementi di arredo


Le domande riguardano l’occupazione suolo per la posa di strutture:

· su aree a verde;

· su marciapiedi;

· su carreggiate (fasce di sosta o proposte di pedonalizzazione);

· su isole pedonali.


Le installazioni devono rispondere ad alcuni requisiti tecnici, funzionali ed estetici e a prescrizioni relative all'impatto acustico.


Le concessioni possono essere continuative o stagionali. Si considerano stagionali quelle di durata non superiore a 180 giorni consecutivi annui.


Sempre dal Comune di Milano un Manuale operativo per l’arredo urbano

Vedi il Manuale ai link

  • Manuale operativo per l'arredo urbano


  • Schede Manuale per l'arredo urbano


  • Urban Care, Dotazioni urbane e cura dello Spazio Pubblico


L'Amministrazione comunale di Milano ha elaborato il Manuale operativo per l'arredo urbano, un documento che segue le linee guida di “Urban Care, Dotazioni urbane e cura dello Spazio Pubblico”, realizzato nel 2015 dall'Ordine degli Architetti di Milano, dalla Commissione Paesaggio del Comune di Milano e dalla Direzione Centrale Tecnica, Settore Tecnico Infrastrutture e Arredo Urbano.

L’arredo urbano è solitamente percepito come risorsa strumentale passiva, come semplice investimento occasionale; Urban Care, invece, sottolinea l'accezione attiva del concetto di cura, ponendo l'arredo urbano al centro della riflessione sulla riqualificazione degli spazi pubblici della città. La qualità percepita degli spazi urbani è frutto dell'interazione di tutto ciò che ne costituisce l'identità, l'obiettivo è quindi quello di semplificare l'immagine della città evitando che gli elementi di arredo urbano vadano a stratificarsi in modo puntuale e caotico compromettendone la qualità.

Il Manuale operativo per l'arredo urbano regolamenta l'uso dei singoli elementi di arredo urbano e sistemi verdi differenziati in base all'ambito territoriale di riferimento, tenendo conto delle caratteristiche architettoniche e paesaggistiche di ciascuna area, al fine di contribuire a definire un'immagine coordinata di città e a conseguire economie di scala nella manutenzione.

Si regolamenta così la posa di dissuasori, sedute e panchine, cestoni e cestini, transenne e parapetti, portabiciclette, chioschi, dehor, fontanelle, griglie degli alberi, recinzioni, cartellonistica, servizi igienici, pensiline, rotatorie verdi, filari alberati, parcometri e altri manufatti.

Gli ambiti di intervento individuati in maniera coordinata con il PGT e il Piano delle Regole sono:

Ambito 1: NAF – Nuclei di Antica Formazione;

Ambito 2: TRF – Tessuto urbano di Recente Formazione;

Ambito 3: Parchi cittadini e itinerari ciclo-pedonali con elementi a verde;

Ambito 4: Area di margine tra Ambito 1 e 2 (Naviglio Grande, Naviglio Pavese, Naviglio Martesana, corso Buenos Aires, via Benedetto Marcello, via Morgagni, corso Concordia, viale Argonne, corso Vercelli, piazza Piemonte, corso Sempione fino a piazzale Accursio).


La pubblicistica tecnica può ancora essere uno strumento… il Prontuario tecnico di progettazione degli spazi aperti di Alessandro Toccolini

Il volume è strutturato in cinque parti: i parametri territoriali, dove si ricordano i rapporti sia economici sia fisici sia sociali tra le aree urbanistiche, riportando alcuni modelli insediativi rispettosi dell'ambiente e del consumo di suolo; gli spazi per il movimento e le costruzioni, dove sono riportati i cosiddetti "Numbers", cioè i parametri guida per: la viabilità (strade, vie tranquille, parcheggi, alberature, canali navigabili), gli edifici (forma, altezza, orientamento, rapporto con gli spazi aperti), gli insediamenti in rapporto con l'acqua; progettare per la gente, dove sono fornite linee guida ed elementi tecnici per la progettazione delle piazze urbane, dei parchi di vicinato, dei cosiddetti "microparchi" (che tanta parte avranno nella sfida urbana sociale e climatica), degli spazi delle scuole e delle università, degli spazi aperti degli ospedali e delle residenze per anziani; il ruolo delle piante nel progetto, analizzando il loro ruolo sia architettonico, sia ingegneristico, sia climatico, sia estetico ed emozionale, fornendo numerosi esempi di temi progettuali ed immagini di riferimento; particolari costruttivi, capitolo nel quale sono fornite tavole tecniche esemplificative di soluzioni di temi progettuali significativi (dai muri di sostegno ai ponti in legno, dalle sistemazioni dei versanti alle tipologie di scale, dalle recinzioni ai sistemi di seduta). Il prontuario è ricco di disegni e immagini fotografiche, nonché di una estesa bibliografia sia recente sia storica, frutto dell'analisi dell'autore di oltre mille testi sia italiani che esteri.


Case history


Ma quale arredo urbano? Il sito Urban file rappresenta le condizioni di alcune zone di Milano dove spesso il divario tra intervento pubblico e privato è molto evidente e non aiuta a confermare una idea armonica di spazio pubblico, che ci rappresenti.


Raccolta articoli Urban file sul tema


Cura e adotta il verde pubblico, i cittadini possono partecipare

Chiunque può diventare partner del verde cittadino: soggetti pubblici o privati, singoli cittadini, associazioni, condomini, enti, università, scuole, società, banche, negozi, bar, chioschi, studi professionali…

All'interno delle aree verdi è possibile anche prendersi cura e mantenere arredi e attrezzature, come panchine, giochi, aree cani, aree fitness, strutture sportive comunali (es. campi bocce, basket, calcio…) oppure realizzarne di nuovi.

Molto importante diventa poter riqualificare e far tornare “verdi” gli spazi destinati a verde pubblico (parterre alberati) antistanti a negozi, condomini e locali pubblici spesso degradati.


Tecnologia


Nasce la start up OutBe, così gli escursionisti aiuteranno i ricercatori a difendere l’ambiente

L’idea è venuta ad Arianna Liconti che ha fondato l’azienda che raccoglie dati sullo stato di salute della Terra grazie a chi pratica sport in giro per il mondo.

Se il mondo è troppo grande per poter essere monitorato centimetro per centimetro dagli scienziati che raccolgono i dati sullo stato di salute della Terra, perché non farlo fare a chi la Terra la vive? Cioè, tutti noi.

È questa l’idea – semplice ma geniale – alla base di OutBe, la start up che trasforma tutti coloro che praticano sport all’aperto in “ricercatori” che raccolgono dati e li mettono in rete.


Mi sembra una buona idea da sviluppare anche per gli spazi urbani.


In realtà a New York, durante la pandemia il programma di pedonalizzazioni temporanee era già digitale…

Il programma di pedonalizzazioni temporanee Open Streets, varato durante l’estate 2020 dal consiglio comunale, è rimasto anche alla fine dell’emergenza; i distretti e le comunità locali fanno richiesta all’amministrazione per partecipare al programma, e, periodicamente, la mappa digitale di strade e piazze pedonalizzate viene aggiornata, mentre – dove consentito dall’urbanistica – si procede all’allestimento di arredi urbani permanenti per favorire l’attività all’aperto di bar e ristoranti. Il programma amministrava venti diversi siti in cinque quartieri della città, da Vanderbilt Avenue (Brooklyn) alla 34th nel Queens.


Appuntamento al prossimo podcast dedicato all’Outdoor nel quale parlerò di come anche lo spazio Outdoor si stia digitalizzando aiutandoci a gestire nuove richieste e servizi.

Continuate a seguirmi e…


A presto da #LaBollani

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