Con Maria Grazia Bizzarri, Chief Human Resource Officer Italiaonline, abbiamo palato di come stia evolvendo la modalità ibrida di affrontare il lavoro e di vivere gli spazi.
Lo spazio fisico del lavoro non è più una alternativa alla dimensione digitale ma parte del nostro ambiente virtuale. Questo impatterà sulle scelte di organizzazione delle aziende, sugli spazi e sui nuovi modi di lavorare. Le sfide sono molte: dalla parità digitale al diritto alla disconnessione, dalla gestione di team ibridi alla messa in atto di politiche nuove di coinvolgimento e inclusione. E poi c’è lui… il Metaverso, e chi già sta progettando uffici, come la nota società di architettura BIG che ha lavorato sulla piattaforma Decentraland per realizzare l’Headquarters di Vice Media Group.
Ospite della puntata Maria Grazia Bizzarri, Chief Human Resource Officer Italiaonline. Abbiamo parlato di come stia evolvendo la modalità ibrida di affrontare il lavoro e di vivere gli spazi.
Dati
L’Outlook di CBRE rileva comfort e sostenibilità come fattori qualificanti dell’asset degli uffici, con una attenzione crescente alla certificazione ESG
#CBREItalyMarketOutlook2022: la pandemia ha ancora impatto sul mercato degli #Uffici, ma la ripresa del take-up registrata nel corso del 2021 genera ottimismo per l'anno appena iniziato. Il rapido assorbimento di nuovo prodotto conferma la preferenza degli occupier per gli immobili di nuova costruzione, capaci di offrire soluzioni sostenibili e flessibili. Cresce l'interesse per le acquisizioni value-add, in aumento nella seconda metà del 2021: il 32% degli investitori intervistati nel corso della CBRE Italy Investor Intentions Survey ha infatti identificato nel value-add la strategia di investimento migliore per il mercato degli Uffici nel 2022. CBRE Italy Real Estate Market Outlook 2022, scarica il report --> https://www.cbre.it/-/media/CBRE/CountryItaly/Documents/Research/2022-Italy-Real-Estate-Market-Outlook.pdf
Vedi alle pagine 15-19 del Report
Smart working, svolta “ibrida” per 7 imprese su 10. Ma va sciolto il nodo “parità tecnologica”
I modelli di hybrid working si affermeranno sempre di più. Si punta a conciliare le esigenze di datori e lavoratori per processi più agili e produttivi. La questione più critica resta l’accesso alle risorse in maniera egualitaria per tutti.
E’ l’hybrid working il modello di lavoro in via di affermazione. Nel 2021 è stato adottato da oltre il 40% delle imprese, e si prevede che entro il 2023 l’accelerazione digitale e l’estrema mutabilità dei mercati spingeranno il 70% delle organizzazioni a implementare questa modalità. Emerge dagli studi di IDC, società di ricerche di mercato, secondo cui i modelli di lavoro ibridi costituiranno parte integrante delle future pratiche aziendali per venire incontro sia alle esigenze di flessibilità dei dipendenti sia ai requisiti dei datori di lavoro per processi più agili e produttivi
Le sfide da superare
Consentire un coinvolgimento efficace tra i dipendenti in remoto e in loco. Le imprese devono qui impegnarsi nel fornire linee guida e best practice che aiutino i lavoratori ad avere successo nelle loro funzioni, concentrandosi sul miglioramento dello sviluppo delle competenze umane e su una più ampia distribuzione di pratiche agili all’interno dell’organizzazione.
Garantire la parità tecnologica per supportare la collaborazione e la produttività in un ambiente di lavoro ibrido. Per le aziende è necessario colmare le carenze in dotazioni tecnologiche per i dipendenti che lavorano in remoto, investendo in dispositivi, connettività e applicazioni basate sul cloud. Intelligenza artificiale e automazione possono aiutare.
Guidare i team ibridi in un modo che duri e che aumenti il successo nel tempo. Impegnare una leadership dall’alto verso il basso per supportare una strategia flessibile al variare delle condizioni aziendali.
Promuovere il coinvolgimento con l’azienda, non solo con i manager. Ovvero costruire una cultura che sia intenzionale, inclusiva e in grado di durare.
Lavoro agile, il 40% di imprese continua a usarlo anche nel post emergenza
Durante la pandemia un’azienda su 4 ha dovuto cambiare l’organizzazione dei processi produttivi e di vendita. Per il 52,9% dei datori di lavoro è migliorata la produttività.
L’ultimo sondaggio realizzato da MeglioQuesto e da Tecnè (realizzato a febbraio 2022 su un campione di 2.000 lavoratori e 500 imprese), è stato presentato durante la smart conference La Vita Agile, lavorare al futuro, organizzata da MeglioQuesto insieme all’Associazione Lavoro & Welfare.
La ricerca di MeglioQuesto e Tecnè ha misurato l’apprezzamento dello smart working; le imprese sono diventate più competitive e hanno innovato prodotti e servizi migliorando la marginalità. Rispetto al periodo pre-covid il 23,4% delle imprese ha cambiato l’organizzazione dei processi di produzione e vendita, il 20,2% ha avviato la produzione di nuovi beni o servizi, il 9,6% ha dismesso linee di produzione ritenute non più interessanti. La ricerca ha evidenziato che nel 2020 per fronteggiare l’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica il 56% delle imprese del campione ha fatto ricorso al “lavoro agile”, rispetto al 15,6% che ha invece utilizzato la cassa integrazione, il 12,2% che ha ridotto l’orario di lavoro dei dipendenti e il 4% che ha tagliato il numero di addetti.
Finita la fase più acuta della pandemia, nel 2021 il 39,2% delle imprese ha continuato a utilizzare lo smart working coinvolgendo nel lavoro da remoto il 28,9% degli addetti. Per il 76,5% delle imprese il rapporto tra azienda e lavoratori non ha subito sostanziali modifiche. Solo il 4,4% dei lavoratori impegnati nel lavoro da remoto non si è recato mai in azienda mentre il 74,4% vi si reca almeno una volta al mese. Il 66,7% va sul posto di lavoro uno o due volte a settimana. In larga misura i lavoratori apprezzano lo smart working. L’81% del campione apprezza il risparmio sui costi di spostamento, il 73% lo apprezza perché si evitano i pasti fuori casa e il 52,2% per la migliore conciliazione dei tempi di vita familiari. Infine per il 52,9% perché migliora la produttività.
Opinion leader
Domenico De Masi
"C'è voluta una pandemia per fare capire alle imprese quello che si poteva capire molto prima. Ma il mondo delle imprese rappresenta il sistema più retrogrado e lento che c'è". Lo ha detto Domenico De Masi, sociologo del lavoro, intervenendo alla smart conference 'La Vita Agile', organizzata da MeglioQuesto e Lavoro&Welfare, tenutasi a Roma, al Teatro Garbatella, e in streaming sul sito de Il Sole 24 Ore (vedi la notizia sulla “Svolta ibrida”, pubblicata quì sopra). "Per lo smart working ci deve essere l'obiettivo, senza orari, altrimenti non è smart working ma telelavoro", ha insistito De Masi.
Luca Brusamolino
e il suo libro “Lo smart Working inizia dall’Ufficio. Gli spazi del lavoro nel modello ibrido”
Luca Brusamolino è Ceo di Workitect e smart working expert. Laureato in Organizzazione e Risorse Umane presso l'Università degli Studi di MIlano, dal 2016 si occupa di consulenza alle aziende nei processi di workplace change e nell'introduzione dello smart working.
Partendo dalla storia dell'office design e dell'intreccio con i modelli organizzativi attuali e del passato, si passa attraverso i nuovi luoghi del lavoro come la casa e il co-working e infine si analizza con il contributo della ricercatrice del CNR, Luisa Errichiello, l'impatto dello spazio fisico di lavoro su produttività e benessere. La seconda parte è dedicata alle applicazioni pratiche con casi aziendali, interviste a Hr manager e un ricco approfondimento sulla metodologia con cui Workitect affronta i progetti di workplace change. Questo libro è rivolto a tutte le organizzazioni che in questo momento hanno fra le mani una grandissima opportunità di ridurre le dimensioni delle proprie sedi per ripensarle e renderle un asset imprescindibile del modello del lavoro ibrido.
Marco Bencivenga
Ha condiviso sul suo profilo Linkedin la pubblicazione del capitolo
"Scenari post-pandemia del luogo di lavoro in ufficio: nuovi scopi degli spazi fisici per migliorare il benessere sociale e individuale" scritto con Barbara Camocini del Politecnico di Milano nell'ambito del libro "Designing Behaviours For Well-Being Spaces: How disruptive approaches can improve living conditions" di Francesco Scullica e Annalisa Dominioni, ed edito da FrancoAngeli | Le conoscenze per innovare – vedi la scheda del libro al link https://lnkd.in/emYimMbz
Il libro esplora la radicale trasformazione degli spazi abitativi e lavorativi, in cui l'ibridazione di interno ed esterno richiede una nuova visione in grado di interpretare i comportamenti e i bisogni rinnovati delle persone.
La pandemia e l'esperienza lavorativa post-pandemia sembrano aver favorito il passaggio a un nuovo ruolo e valore del luogo di lavoro in ufficio, che non è più interpretato in senso competitivo rispetto allo spazio di lavoro remoto, ma come complementare.
Lo studio sottolinea una prospettiva emergente che assegna una nuova centralità all'essere umano, intesa nella sua complessità che va oltre l'approccio user-centered, coinvolgendo il benessere fisico e mentale, dimostrando il contributo terapeutico dell'architettura e del design.
Meta
SPECIALE METAOFFICE: testo di Stefano Lazzari su Office Observer, il Blog di Danilo Premoli
“Secondo un rapporto dell’agenzia di analisi specializzata Metametric Solutions, il settore della compravendita di immobili sul digitale ha raggiunto un valore di 500 milioni di dollari nel 2021 e si appresta a raddoppiare entro la fine dell’anno”.
Di seguito il testo completo:
Quello che viene venduto nel Metaverso è contenuto, bene intangibile ad altissimo valore aggiunto, che nel mondo postindustriale è la “materia” con cui sono fatti gli affari. Basta ricordare che oggi le merci più preziose, quelle che trattano le più grandi imprese del secolo sono informazioni.
Informazioni e proprietà intellettuali.
Il gioco speculativo a cui bisogna porre attenzione è parte intrinseca proprio dell’informazione e della proprietà intellettuale: la rarità e il difficile possesso. Sandbox, Decentraland, Cryptovoxels e Somnium stanno volutamente creando una scarsità nella disponibilità del “terreno” dall’alto della loro posizione di oligopolio di quello che al momento (non si sa ancor per quanto) è un bene la cui quantità (lo spazio digitale possiamo dire sia arbitrariamente infinito) è vicino al bene comune.
Design
L’Ufficio nel Metaverso
Jeff Weiser, presidente di una startup in Ohio, crea uffici virtuali. Il Covid ci ha portato lo smart working ed è un processo irreversibile; ora si pensa a creare sistemi che rimpiazzino le riunioni online.
Viceverse: l’ufficio nel metaverso progettato da BIG
Il primo edificio progettato nel metaverso dallo studio di architettura danese Bjarke Ingels Group è un ufficio virtuale per gli impiegati di Vice Media Group.
Rappresenterà un laboratorio per l’innovazione virtuale e consentirà ai dipendenti di lavorare nel metaverso su NFT (Non Fungible Tokens) e altri progetti digitali.
L’ufficio virtuale si trova sulla piattaforma Decentraland, un meta-mondo open source in cui le persone creano avatar che rappresentano il proprio corpo. Lo spazio di lavoro si presenta come un edificio bianco con una facciata ondulata, con vari livelli a cui si accede attraverso un tunnel centrale e in cui i dipendenti possono condurre riunioni e collaborare da tutto il mondo.
I team possono mettersi alla prova con NFT, Organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) e Web 3.0, mettendo in pratica le idee direttamente per le aziende clienti. Lo spazio espone una serie di esperimenti digitali e offre molti extra contenuti per chi desidera esplorarlo, tra cui un percorso pensato per i giovani creativi che porta a una selezione di meta-mentori apprezzati a livello globale. Servirà anche come trampolino di lancio per la ricerca sul campo della sociologia delle comunità digitali.
Tra nuovi spazi fisici e digitali, le forme del lavoro cercano una nuova strada. Le sperimentazioni stanno partendo ora, dopo due anni di immobilismo e cautela su qualsiasi investimento e messa a regime di nuovi concept. Vi terrò aggiornati sui casi più interessanti.
Se vi piacciono questi miei brevi sorvoli, che sempre potrete approfondire attraverso il mio Summary al blog LaBollani.it, continuate a seguirmi.
A presto da #LaBollani
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