Come stanno cambiando gli spazi del lavoro e quali sono le nuove “regole del gioco”?
Ne parliamo con Eleonora Beatrice Fontana, Executive Manager di Cushman & Wakefield. I temi sono condivisi e gli strumenti, anche digitali, si stanno rapidamente evolvendo. Non abbiamo scusanti; dobbiamo implementare la nostra conoscenza e sperimentare nuove soluzioni.
Per consentirvi di ascoltare il mio breve commento e di ritrovare tutte le informazioni delle quali vi parlo, potete fare riferimento al Blog www.labollani.it.
Dati e ricerche
La nuova ricerca “Hybrid Living Futures” di Samsung, presentata lo scorso 17 dicembre, conferma che le libertà ritrovate sono prioritarie rispetto alla presenza in ufficio
Lo studio, che ha coinvolto oltre 14.000 persone in tutta Europa, inclusa l’Italia, rivela che i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati. Emerge, infatti, una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati, che colma il vuoto lasciato dalla giornata lavorativa tradizionale.
L’86% dei soggetti che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. La percentuale di coloro che preferiscono attenersi agli orari tradizionali crolla al minimo in Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle nostre abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido e nel rispetto dei confini. L’80% degli Italiani (vs. 66% degli Europei) ha apportato migliorie all’interno delle proprie abitazioni, o le stanno pianificando, per agevolare lo stile di vita ibrido; il 42% (vs. 48% degli europei) ha addirittura creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e infine il 44% (vs. 41% degli Europei) ha deciso di traslocare, scegliendo un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.
Lo Smart Working piace anche ai professionisti; ne ha scritto Il Sole 24 ORE lo scorso 22 dicembre in merito ad una ricerca di Confprofessioni.
L’idea di una diversa organizzazione del lavoro, più flessibile, comincia a farsi strada anche tra i liberi professionisti: il 40% del campione intervistato da Confprofessioni - e per gli avvocati addirittura uno su due - si dichiara pronto a continuare l’esperienza del lavoro agile anche oltre lo stato di emergenza. Una percentuale non trascurabile se si pensa che, prima della pandemia, questa possibilità era praticamente sconosciuta negli studi, sia per le dimensioni ridotte delle organizzazioni che per la natura del lavoro autonomo.
Al sondaggio via web, avviato a ottobre, da Confprofessioni sullo smart working hanno risposto in 1.439 tra i liberi professionisti e 8.302 tra i lavoratori dipendenti degli studi, con una prevalenza territoriale del Centro Nord e, per il genere, delle professioniste e lavoratrici rispetto agli uomini. L’obiettivo dell’associazione era capire quale traccia aveva lasciato lo smart working emergenziale negli studi, come è stato organizzato e, soprattutto, se e come potesse essere in qualche modo conservato in futuro.
Smart Working e servizi pubblici
Per metà degli italiani lo smart working è un’opportunità per migliorare l’efficienza della PA, solo 1 su 3 lo considera un rischio. Questi i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio PA “La Pubblica Amministrazione di fronte alle sfide dell’innovazione”, realizzato da Forum PA in collaborazione con l’Istituto Piepoli.
Lo smart working è considerato un’opportunità per un’amministrazione più efficiente e moderna dal 49% della popolazione. I meno convinti sono gli over 55, che raggiungono comunque il 43%. Il 32% degli italiani ritiene, invece, che il lavoro agile nella PA possa facilitare i comportamenti opportunistici e l’assenteismo, mentre il 19% lo ritiene ininfluente. Negli ultimi mesi il Governo ha comunque spinto per un ritorno al lavoro in presenza; secondo la maggior parte degli italiani (43%) dietro questa scelta c’è il timore di non riuscire a garantire servizi di pari qualità al cittadino. Ne sono convinti soprattutto gli intervistati della fascia 18-34 e del centro Italia. Il 36%, invece, è convinto che il motivo sia legato all’impossibilità di controllare in modo diretto l’operato dei dipendenti.
Normative
Nuove norme, cosa cambia e la proroga dello smart working sino a marzo 2022. La circolare firmata dai ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, Andrea Orlando, in vigore dallo scorso 5 gennaio, fa un punto sul quadro regolatorio che disciplina il lavoro agile sia nel pubblico che nel privato e mira a “sensibilizzare le amministrazioni pubbliche ed i datori di lavoro privati ad utilizzare appieno tutti gli strumenti di flessibilità che le relative discipline di settore già consentono”.
In base alla normativa vigente, la modalità di lavoro agile nel settore privato può essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali e gli obblighi di informativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro di cui all’articolo 22 della legge n. 81 del 2017 possono essere assolti in via telematica, anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile nel sito internet dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. I datori di lavoro privati sono tenuti a comunicare al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e, in via telematica, i nominativi dei lavoratori nonché la data di inizio e di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile.
Video ANSA sulle nuove disposizioni
Il 7 dicembre 2021 è stato firmato da Governo e Sindacati il Protocollo Nazionale sul lavoro Agile nel settore privato.
Il 7 dicembre 2021, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato raggiunto un accordo con le Parti sociali per il primo "Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile" nel settore privato. Hanno aderito Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Usb, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Alleanza cooperative, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Abi, Ania, Confprofessioni, Confservizi, Federdistribuzione, Confimi e Confetra.
Adesione volontaria L'adesione allo smart working avviene su base volontaria ed è subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale, fermo restando il diritto di recesso. Inoltre, l'eventuale rifiuto del lavoratore di aderire o svolgere la propria prestazione lavorativa in modalità agile non integra gli estremi del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, né rileva sul piano disciplinare.
Accordo individuale Si prevede la sottoscrizione di un accordo scritto tra datore di lavoro e lavoratore come definito dagli articoli 19 e 21 della L. n. 81/2017 e secondo quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. Tale accordo deve adeguarsi ai contenuti delle eventuali previsioni della contrattazione collettiva di riferimento ed essere coerente con le seguenti linee di indirizzo definite nel Protocollo, prevedendo:
a) la durata dell'accordo, che può essere a termine o a tempo indeterminato; b) l'alternanza tra i periodi di lavoro all'interno e all'esterno dei locali aziendali; c) i luoghi eventualmente esclusi per lo svolgimento della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali; d) gli aspetti relativi all'esecuzione della prestazione lavorativa svolta al di fuori dei locali aziendali, anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro e alle condotte che possono dar luogo all'applicazione di sanzioni disciplinari nel rispetto della disciplina prevista nei contratti collettivi;
e) gli strumenti di lavoro; f) i tempi di riposo del lavoratore e le misure tecniche e/o organizzative necessarie ad assicurare la disconnessione; g) le forme e le modalità di controllo della prestazione lavorativa all'esterno dei locali aziendali, nel rispetto di quanto previsto sia dall'art. 4 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori), sia dalla normativa in materia di protezione dei dati personali; h) l'attività formativa eventualmente necessaria per lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile; i) le forme e le modalità di esercizio dei diritti sindacali. In presenza di un giustificato motivo, sia il datore sia il lavoratore possono recedere prima della scadenza del termine nel caso di accordo a tempo determinato.
Case history
A2A come molte aziende, stanno applicano il modello contrattuale “a quote di tempo”.
Per quanto riguarda il lavoro agile e la possibilità di svolgere le proprie attività da remoto, l’accordo siglato da A2A prevede una programmazione basata non a giornate alla settimana ma a “quote di tempo” calcolate su base mensile o bimestrale: i lavoratori potranno infatti lavorare in maniera agile dal 20 al 60% del tempo, in accordo con i propri responsabili. La quota di lavoro agile sarà differenziata a seconda delle mansioni, sulla base di una valutazione tecnico-organizzativa effettuata dall’azienda, favorendo la conciliazione tra esigenze di produttività e qualità della vita. Per promuovere concretamente il bilanciamento vita-lavoro, favorendo il corretto equilibrio tra sfera professionale e personale, l’accordo richiama l’importanza dei tempi di riposo e disconnessione e fornisce alcune buone pratiche d’attuazione e modalità di comportamento ispirate al senso di responsabilità di ciascuno.
Questo programma vuole infatti «ripensare» i mestieri di domani, il fabbisogno di spazi e di collaborazione, i modelli operativi, gli strumenti abilitanti, assicurando lo sviluppo di policy e iniziative volte a garantire luoghi di lavoro sicuri, piacevoli e funzionali, a beneficio della qualità della vita delle persone.
Opinioni
Abbiamo ancora bisogno di un ufficio? Se lo chiedono le aziende, i dipendenti e anche gli architetti chiamati a progettare nuovi luoghi di lavoro.
Articolo di Pier Lugi Pisa su Italian Tech:
Google ha dichiarato che userà muri gonfiabili per limitare in modo flessibile e rapido aree di lavoro e allestirà postazioni intelligenti per chi si alterna in ufficio: basterà passare il badge per ristabilire le proprie preferenze, dall’intensità della luce all’altezza della scrivania. Microsoft, invece, punterà sempre di più su campus in cui i dipendenti possono spostare autonomamente elementi come tavoli e pannelli acustici, alla ricerca della giusta distanza di sicurezza.
Milano, capitale dello smart working
Ne parla Mariano Corso, direttore dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano sulle pagine del Sole 24 ORE:
Riporto il link ai dati della ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, presentati lo scorso 3 novembre 2021:
Tecnologia
Un APP per valutare le performance in Smart Working:
Progettata da P4I, società del Gruppo Digital360, Feedback4You crea un’esperienza di valutazione e sviluppo delle performance continua e integrata nei processi di lavoro quotidiani per migliorare l’engagement delle persone e l’allineamento con le priorità aziendali anche da remoto.
Come spiega Gabriele Faggioli, Ceo di Digital360 “Si tratta di una soluzione digitale all’avanguardia, un valido supporto per tutte le Direzioni HR che vogliono focalizzare l’attenzione sui processi di crescita e miglioramento delle persone anche quando, come in questo momento storico di complessità a causa della pandemia, si lavora a distanza e il contatto personale si è molto ridotto.”
Design
Tra i nuovi trend: spazi creativi, aree per l’apprendimento, materiali più morbidi e inclusivi, un design più leggero e ispirato alla natura e l’utilizzo di materiali e arredi che sostengono la comunità locale. Ne parla la testata Office Layout:
Vi segnalo anche il webinar, organizzato dalla stessa testata il prossimo 25 gennaio, alle ore 11, Il futuro della collaborazione in un workplace ibrido:
WOW, il web magazine diretto da Renata Sias parla dell’arrivo del Capther italiano di WOD.
Il gruppo WOD (Women in Office Design) ha superato i 2.500 membri in tutto il mondo con sedi nel Regno Unito, in Spagna, in India e ora anche in Italia. Fondato nel maggio 2018 da Harsha Kotak, una designer d’interni con la visione di ispirare e responsabilizzare le donne che lavorano in tutte le aree del settore dell’office design, il successo di WOD dimostra un bisogno concreto di amicizia, networking, scambio di conoscenze e apprendimento.
WOD Italy sta pianificando un programma di eventi per il 2022 che verranno annunciati a breve. Oltre agli eventi, l‘app WOD-Digital fornisce una piattaforma aggiuntiva per la collaborazione, l’apprendimento e il networking con la comunità in rapida espansione in tutto il mondo.
Questo è solo l’inizio di un cambiamento epocale, quello del lavoro, dei suoi modi e degli spazi che torneranno ad ospitarlo.
Continuate a seguirmi per mantenere uno sguardo ampio su questo tema.
In futuro il lavoro sarà ancora agile, ibrido, fluido? Non lo sappiamo, ma quello che abbiamo compreso è che non si tornerà indietro.
A presto da #LaBollani
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